Cronache e Notizie

Eco trail de Paris

lunedì 23 marzo 2015

Pensando alla trasferta in terra di Francia,due sono le considerazioni che mi colpiscono immediatamente: una di carattere personale e l'altra che coinvolge lo sport del podismo in generale.
Quella personale, alla quale ho pensato varie volte durante le mie oltre 11ore di gara,è che sei anni fa il 21 marzo avevo fatto la mia prima "podistica" a Medolla cioè " Du pass par Mdolà" (spero si scriva così) : 8 lunghissimi km per festeggiare il mio compleanno,mentre sabato scorso ero a sudare attraverso L'Ile de France a fare 80 km sempre per festeggiare il mio compleanno: il tempo non è passato inutilmente.
Seconda considerazione direi che è scontata tanto è la differenza di cultura sportiva e capacità organizzativa dei francesi rispetto a quanto si vede nelle gare nostrane,e non parlo delle garette di paese ma anche di trail da 50 e più km durante i quali ti capita di non vedere nessuno dell'organizzazione per ore oppure arrivi a ristori di dimensioni lillipuziane dove i tapascioni come me devono accontentarsi delle briciole lasciate dagli atleti veloci per non dire di balisaggi approssimativi,file per ogni cosa a partire dal ritiro pettorali per finire al pasta party.
Devo dire che a Parigi la nostra sensazione è stata quella di essere considerati un gradito ospite da accudire nelle tante necessità che un impegno sportivo di quel livello comporta.
Venendo alla cronaca e tralasciando le sei ore di attesa al Marconi di Bologna da dove ,causa sciopero,abbiamo rischiato di non partire( si pensi che parlando con una commessa di uno dei vari negozi free ho saputo che loro erano al corrente dalle 9 del mattino che fino alle 18 non sarebbero partiti voli e a noi hanno fatto il check in regolarmente alle 11 senza dirci nulla: siamo in Italia) posso dire che in vita mia non avevo mai corso, in senso letterale,tante ore come sabato, si tratta infatti di un percorso che si snoda all'interno di una serie di parchi e foreste con dislivelli che al mio Garmin non hanno mai superato i 180 mt con salite lunghe al massimo qualche centinaio di mt, anche se molto numerose. La mia tabella di marcia prevedeva una prima parte cioè una maratona in circa 5h per poi poter gestire i secondi 40 km in 6/7 ore e rimanere nel tempo limite di 13 ore,alla partenza lo speaker raccomandava di partire piano essendo i primi 22 km " tres roulant"
Per non bruciarsi subito le energie,in effetti al primo ristoro e cancello dei ventidue km arrivo con più di 90' di vantaggio,mi fermo con calma anche perché da mangiare e bere c'è di tutto: dolce,salato,frutta,bevande calde e fredde barrette,punti acqua per lavarsi o riempire le borracce e fondamentale nessuna fila ,i tavoli preparati e imbanditi saranno stati 25 mt lineari e quindi il posto c'era per tutti.
Riparto sapendo che dovrebbero iniziare le salite e infatti dopo pochi km incontriamo le prime colline, alla fine saranno ore e ore di boschi e sentieri interminabili da percorrere, mi accorgo che moltissimi anche in salite corribilissime vanno di passo e nonostante mi senta in buona forma cerco di adeguarmi e di salire senza tirare troppo, la media rimane comunque sui 6'/6'30" buona per acquisire un po' di vantaggio sulla tabella di marcia tanto so che alla lunga dovrò rallentare. Costeggiando un numero rilevante di laghi e laghetti attraversando alcuni paesi dove gli addetti agli attraversamenti sono onnipresenti,raggiungiamo il cancello ristoro dei 45km,( avevo passato i 40km in5he3') questo solo idrico, quindi mangio di mio più che posso perché sento le avvisaglie della nausea e quindi crisi, faccio i pieni alle borracce, mi vesto visto che il vento inizia a farsi sentire e riparto in condizioni direi soddisfacenti,ci aspettano venti km prima del prossimo controllo e rifornimento e negli ultimi 6/7 accuso un calo di energie : ho mangiato troppo poco, e a questo punto il classico colpo di fortuna nei panni di un trailer che mi sorpassa in un momento in cui vado al passo, va a una velocità non elevata e provo ad accodarmi. Mai scelta fu migliore,viaggiamo a un ritmo più lento di quello che io terrei in solitario, ma che non manterrei a lungo,mi metto a testa bassa e mi lascio tirare senza pensare alla cadenza,non ho il fiatone e i muscoli fanno il loro lavoro senza protestare,un km due,tre alla fine saranno 5 o 6 poi mi sento un po' troppo rompiballe e mi lascio distanziare ma ormai il gioco,l'ho imparato e fino al traguardo sarà relativamente agevole mantenere un ritmo accettabile. Non saprò mai il nome della mia "lepre" involontaria (al ristoro l'ho perso di vista e non conosco il suo pettorale) ma in futuro credo che penserò spesso a Lui
quando la mia irruenza mi porterà a strafare.
L'arrivo della notte aggiunge ulteriore fascino alle ore che mancano ,correre al buio concentrati a seguire una traccia illuminata dalla frontale e guidati dalle numerose balise rifrangenti, che ti danno comunque sicurezza, è una sensazione unica,sei solo con i tuoi pensieri e le tue sensazioni,quando sei sorpassato o raggiungi un altro corridore sembra quasi di violare un'intimità personale, i km passano più velocemente.
Ciò nondimeno i passaggi agli incroci stradali illuminati dove spesso senti gridare " alè alè Massimó" danno,certamente la carica.
L'ultimo ristoro/ controllo al 65 km, posizionato su un prato che termina su una balconata dalla quale si domina Parigi illuminata con la Tour sfavillante di luci che sembra a portata di mano,è qualcosa di spettacolare: i soliti venti metri di tavoli imbanditi di ogni tipo di cibo e bevande
Io mi limito,a una tazza di soupe al pomodoro che mi riscalda e mi da la carica per l'ultimo sforzo poi d'obbligo,fermarsi a fare un paio di foto,peccato non ci sia Teida con la sua Nikon,chissà cosa saprebbe fare,con un panorama del genere.
Gli ultimi 10 km all'interno di Parigi mi sono sembrati i più bruttini,i primi 4/5 su una ciclabile buia con cantieri stradali a dividerci dal traffico e una Senna alquanto buia e monotona dall'altro,con solo qualche barcone/maison a ravvivare la scena poi un paio di attraversamenti del fiume e altri km su strade urbane. Poi finalmente gli ultimi due in vista della Tour che fotografo dalla passerella dell'Ile de Cignes che andiamo a percorrere per arrivare alla scalinata che dalla Senna sale alla base della torre a questo punto l'emozione gioca la sua parte: siamo in due e la polizia ferma il traffico intenso per farci attraversare la promenade, in mezzo alle transenne ci fanno correre passando su una passerella tipo partenza di un rally illuminata a giorno con sullo sfondo qualcosa che, giuro, non ho nemmeno visto arrivo sotto il pilone della torre, controllo del chip dello zaino e rapida perquisizione mia e dello zaino ( non devo avere l'aspetto di un terrorista) pacca sulle spalle
E poi "allèz allèz " dandomi il biglietto per la salita: è fatta le 11 ore sono passate da tre minuti ma chi se ne frega questi scalini me li faccio con calma provo un paio di foto ma poi rinuncio,mi sorpassano almeno in dieci e io mi fermo a guardare giù poi troppo presto vedo il pavimento del primo piano che si avvicina,ancora pochi gradini l'ultimo sforzo ma peccato che sia finito mi fermo prima che il beep dica che sono arrivato aspetto 5 secondi e poi faccio quell'ultimo passo. BEEP e sono fuori medaglia al collo, sensazioni azzerate esco,dalle transenne e vedo Marina che ha sfidato il freddo da ore per aspettarmi: sono un uomo fortunato!
Massimo Muratori

Massimo Muratori

 
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