Cronache e Notizie

Chi vuol esser lieto sia…

lunedì 17 ottobre 2016

E’ possibile cambiare la mentalità del movimento podistico modenese? Credo che intorno a questa domanda si giochino le sorti di tanti aspetti legati alle società podistiche, le corse, i podisti e i camminatori.
Credo che la gestione di una famiglia numerosa sia cosa alquanto complessa. Un single non ha bisogno di discutere con nessuno se vuole riverniciare la sala di verde o di blu. Questo per dire portare una ventata di innovazione all’interno di una famiglia composta da 80 società podistiche, il che significa centinaia di sportivi, là dove i meccanismi sono ancorati ad una vecchia mentalità, non è cosa facile.
Immaginate un automobilista che ogni giorno, per andare al lavoro, percorre lo stesso tragitto. Tragitto che ad un certo punto si divide; una strada verso destra l’altra verso sinistra. Lui, abituato ad andare a sinistra, non ha mai voluto scoprire dove portasse l’altra strada, ma ogni mattina promette a se stesso che un giorno proverà a farla per vedere dove porti: “un giorno, ma non oggi”. Ripeterà questa frase a se stesso per tutta la vita. Il giorno prima della pensione, arrivato al bivio, riflette sul fatto che ormai quella sarà l’ultima volta che percorrerà quella strada e quindi si direbbe arrivato il momento di scoprire dove porti il bivio a destra. Quella nuova via non è tanto diversa da quella di prima è semplicemente una strada alternativa. Il problema è che l’uomo capisce troppo tardi che ha perso l’opportunità di sfruttare un’alternativa. (Il pericolo non viene da quello che non conosciamo, ma da quello che crediamo sia vero e invece non lo è. Mark Twain)
Io credo che il movimento podistico modenese sia stato precursore e grande innovatore in questi anni. Portare migliaia di persone a mettersi una canotta ed iniziare a correre non è cosa semplice. Siamo però arrivati al bivio. Non scordiamoci che siamo la regione, anzi la provincia, più attiva a livello nazionale. Quindi molto di buono è stato fatto. Ora le scelte però sono due: continuare sulla vecchia strada (che ritengo sempre più sterrata) o cercare di scoprire se quella a destra migliorerà il nostro viaggio. Ma bisogna farlo subito. Dobbiamo fare la cosa giusta, a scapito che possa scontentare qualcuno. Non dobbiamo aver paura di volerci rinnovare. Alzare il prezzo del pettorale di 50 centesimi significherà perdere dei camminatori? Pazienza.
Condividiamo tutti insieme degli obbiettivi di crescita e diamoci un periodo per raggiungerli. Nulla e nessuno ci vieta di provare. Tante sono le idee che negli anni sono state messe sul tavolo e tanti sono gli spunti che arrivano dal mondo podistico. Facciamo una lista, sediamoci intorno ad un tavolo e portiamo il cambiamento sulle strade del podismo modenese. Ne va del futuro di tante gare, tante podistiche e dei tanti giovani che sempre più si allontanano dal mondo della corsa abbracciando invece le goliardiche “5.30, mud run o color run.
Chiudo dicendovi una cosa: grandi colossi come Macy’s, Blockbuster, Kodak, Atari, Olivetti e tante altri, sono falliti a causa del fatto che non abbiano saputo rinnovarsi. Per usare un eufemismo podistico: il mondo corre veloce. Se non si è in grado di correre, non solo rischiamo di passare sotto al traguardo per ultimi, ma rischiamo anche di doverci ritirare. La concorrenza è spietata. I runner oggi, non hanno che l’imbarazzo della scelta. Ci sono decine di corse alla settimana, organizzate in luoghi incantevoli, con un bel pacco gara e gestite benissimo. Bisogna quindi tirarsi su le maniche e darsi da fare. Perché del doman, non v’è certezza.

Emilio Mori

 
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