Cronache e Notizie

Seregno, Campionati italiani 100km

martedì 22 aprile 2014

Seregno 2014, storia di un trattore rosso (8h41’15” 14’ass. 4’donna)

Questa favola ebbe inizio 9 mesi fa, quando cioè, scrissi le prime righe…
C’era una volta un bambino, figlio unico di un Re che in un caldo e noioso giorno d’estate decise di andare in soffitta a curiosare fra il vecchio. Aveva tanti giochi nella sua cameretta, tutti belli e nuovi ma per lui erano sempre “i soliti”. Lui, si annoiava con “i soliti”, voleva qualcosa di diverso e così, decise di andare…
In soffitta tra le ragnatele, i nidi di uccelli e lo squittire dei topi, trovò un vecchio trattore tutto arrugginito, nonostante fosse malandato a lui pareva bello, grosso, e possente. Lo prese tra le mani, lo guardò bene e fu attratto subito da quel motore rosso fiammante che si distingueva tra le tante bambole della mamma e dalle infinite macchinine di papà.
Felice come solo i bambini sanno esserlo, prese il trattore e lo portò nella sua cameretta. Lo guardò attentamente e decise di metterlo in funzione, pensò a cosa cambiare per renderlo più forte e come poter sostituire i vecchi pezzi. Si sedette sul letto, involontariamente lo sguardo si posò su tutti i bei giochi che aveva intorno. “Ma perchè perdere tempo con questo rottame?” disse fra se’ e se’…
Non esitò a rispondersi perchè conosceva benissimo la risposta. Lui desiderava costruire qualcosa di suo, voleva creare ciò che non si poteva comperare. Un gioco solo “suo”, un gioco diverso da “i soliti”, ecco cosa voleva!
Pieno di entusiasmo e al finir del giorno si addormentò.
Ormai il sole era alto, la Regina svegliò il suo bambino e lui si stropicciò gli occhi correndo subito dal suo trattore, provò a metterlo in funzione ma non andò. Rattristato si chiese il perché. Si chiese che cos’era successo mentre lui dormiva. Ormai era diventato un oggetto prezioso e conteso fra i suoi amici. Nessuno. Nessuno, in verità, osava toccare quel suo gioiello che ormai stava diventando forte, potente e grintoso. Lo prese fra le mani, lo accarezzo e notò che il motore aveva qualcosa di rotto. Allora, lo prese e lo buttò via…
Non sapeva più cosa farsene, si era stancato di aggiustarlo continuamente: era molto più semplice giocare con le macchinine belle, nuove e sempre giuste…

Nove mesi fa corsi il mio secondo Passatore, una gara di 100km grazie alla quale da Firenze, oltrepassando l’Appennino, si raggiunge Faenza. Una corsa devastante, una corsa non per tutti ma per i più forti. Io ci provai. Era una sfida per riscattarmi dell’anno precedente dove, per ironia della sorte, corsi il mio primo Passatore a distanza di 6 giorni dal terremoto, quel terremoto in cui la natura strappa tutta la dignità di un uomo.
Per la seconda volta ne uscii devastata, svuotata, spenta e sfinita! Provai pian piano a ripartire e nel frattempo conobbi un ottimo atleta, se non un ottimo allenatore che volle provare ad aiutarmi. Effettivamente mi aiutò parecchio, mi fece recuperare, risalire e riemergere da quella tempesta che può lasciare il Passatore.
Poi…
Poi 6 mesi dopo, tutto finì! Ricordo ancora le sue parole. Rimbombano ancora dentro di me quando, dopo l’ennesimo successo sportivo, mi disse:”Brava! Ora sei in grado di andare avanti da sola”.
Un colpo al cuore! Mi ha lasciata! Mi ha ferita! Mi ha abbandonata!
Disperata!
Distrutta!
Non sapevo più cosa fare. Avevo un obiettivo ambizioso da portare a termine che soltanto io e lui conoscevamo. Lui si era proposto di aiutarmi ma dopo oltre metà strada ha deciso di non seguirmi più.
Disperata!
Distrutta!

…Un giorno per caso, un amico del Re, entrò nella cameretta del principino e fu attratto anch’esso da quel trattore rosso fiammante che gridava disperatamente aiuto.
Il Signore chiese gentilmente al bambino se poteva prenderlo in prestito per qualche giorno. Lui, nell’indifferenza più totale, non rispose nemmeno, non gli interessava più! Aveva altri giochi più belli!
Il Signore iniziò subito a trasformare quel trattore rosso. Capì che quel bambino aveva fatto un ottimo lavoro ma aveva creato un motore troppo grosso e possente per un semplice trattorino. Decise quindi di trasformarlo in carro armato per portarlo in guerra.
Ormai la sfida era aperta e non c’era più tempo da perdere, ormai la guerra era imminente e quel trattorino da trasformare lo impensieriva nonostante fosse certo del risultato finale.
Il Gran Signore provava a collaudare con dei test il trattorino ed esso rispondeva bene. Ogni tanto cadeva nel fosso infangandosi ma il Gran Signore, con amore e pazienza, lo ripuliva, lo oliava e lo rimetteva in carreggiata.
Venne così il tempo che dovette lasciare partire per la guerra il suo carro armato. Non permise, però, di lasciarlo andare solo, insieme a lui c’era un esercito di soldati, ognuno dei quali aveva un compito ben preciso e tutti avevano un comune denominatore: l’Amicizia per quel dannato motore rosso!
Insieme e in modo compatto partirono, sudarono, lottarono e centrarono l’obiettivo!
…E così fu!
Il trattorino trasformato in carro armato, ritornò dalla guerra col suo esercito sano, salvo e felice.
Felici e contenti oggi possono festeggiare tutti insieme davanti ad una bella bottiglia di lambrusco.
E il bambino capriccioso? E chi se lo ricorda più! Anche lui sarà, oggi, felice davanti ai suoi giochi sempre nuovi, lasciando al Gran Signore il compito di perfezionare ulteriormente l’opera incompiuta.

Sola e dentro a quel vuoto emotivo che mi ha lasciato il precedente allenatore, mi sono messa a dura prova perché ho capito che da sola non ce l’avrei potuta fare. Ho sentito il bisogno di qualcuno che mi aiutasse, non soltanto sportivamente parlando, ma che mi sapesse motivare a ritrovarmi e a ricredermi. Ho sentito necessariamente, il bisogno di esser guidata come un trattore quando ha il motore acceso pronto per partire per un lungo viaggio.
Mi sono guardata intorno e ho chiesto ad un altro allenatore se fosse disposto ad aiutarmi.
Vedilei!
Enrico Vedilei ha accettato di aiutarmi e insieme abbiamo costruito un duro lavoro durato soltanto tre mesi. Soltanto tre mesi a nostra disposizione per arrivare pronti ad affrontare il campionato italiano di 100 km a Seregno. Troppo pochi ma ci abbiamo voluto provare!
La prima prova è stata con il “Trittico d’inverno”, durante il quale in soli 13 giorni, suddivisi in tre gare, ho corso ben 131 km di cui oltre 47 km sterrati.
Ottimo è stato il risultato. Fiducioso, Vedilei è stato disposto ad andare avanti…
E avanti siamo andati!
Altra ottima prova è stata l’ennesima conferma alla maratona di Salsomaggiore dove ho potuto ritoccare il mio miglior tempo di sempre. Ancora fiducioso, Vedilei è stato disposto ad andare avanti…
E avanti siamo andati!
Ultima prova a tre settimane dall’obiettivo finale di Seregno, è stata la maratona del Lago Trasimeno che, nonostante l’ottima 2’posizione femminile, mi ha vista affrontare una pessima gestione di gara. Sfiduciata ho provato a guardare avanti e a pensare a quanti sacrifici ho fatto per arrivare preparata a tre settimane dal traguardo finale. Nonostante questo scivolone, fiducioso, Vedilei è stato disposto ad andare avanti…
E avanti siamo andati!
La sfida era di vincere quella guerra in cui ogni ultramaratoneta, qualunque ultramaratoneta che partecipi ad una gara, qualunque gara sia, è disposto a rischiare la sconfitta della propria battaglia contro quel nemico chiamato CRONO.
Sì, è il crono il nemico contro cui combattere la guerra. Va abbattuto, sconfitto e sgretolato, Il crono!
Questo è il senso, per me, delle gare. Soprattutto quelle sulle lunghe distanze.
E noi, io ed Enrico ce l’abbiamo fatta!
L’obiettivo era di passare le prime due maratone in circa 3h30 e affrontare gli ultimi 16 km che mancavano per completare i 100 km della gara salvando il salvabile pur di stare sotto le 9 ore.
1’ maratona: 3h26
2’ maratona: 3h35
Ultimi 16 km: 1h40. Salvato il salvabile!
Tempo impiegato per fare100 km: 8h41’15”
E la regressione finale degli ultimi 16 km? Non importa, riservo il colpo in canna per la prossima guerra!

…viaggia insieme a me
Io ti guiderò
E tutto ciò che so t’insegnerò
Finchè arriverà il giorno in cui
Tu riuscirai a fare a meno di me… (Eiffel 65)

Guardo avanti e grido,
Bella è la vita!
Fidal Pol. Atl. Scandiano

Ilaria Marchesi

 
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