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Vasca di Corbelli, una piccola Versailles a Rivalta

domenica 19 novembre 2017

Per chi volesse sapere di più sulla Vasca di Corbelli...
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Chi percorre la statale 63 in direzione della collina vi passa sempre accanto, ma poiché la strada scende di qualche metro e vi sono una siepe e degli alberi, non si riesce sempre a vederla bene, anche se eseguendo la doppia curva ne si costeggi più di metà del perimetro. È la Vasca di Corbelli, nome con cui oggi si definisce il complesso villa-lago che, nel corso del Settecento, funzionava da serbatoio a cielo aperto per le acque che alimentavano le fontane della maestosa Reggia di Rivalta.
Fatta erigere tra 1724 e 1727 dal Duca Rinaldo d’Este per soddisfare i desideri della nuora Carlotta Aglae d’Orleans, francese e abituata alla bellezza e al fasto della Reggia di Versailles. Il lago o vasca, nella forma odierna, la penisola (a quel tempo isola) posta circa al suo centro e il villino sopra di essa furono realizzati invece tra 1756 e 1757, quando era divenuto duca il figlio di Rinaldo, Francesco III.
Storia e aneddoti raccontano che il suo rapporto con la moglie, Carlotta appunto, fosse molto difficile: vi era grande differenza di età (il giorno del matrimonio lui aveva già 40 anni e lei appena 21), di carattere e di interessi. In comune avevano solo il fatto che, nessuno dei due, intendeva assumersi appieno le responsabilità che li competevano. Inevitabile che finissero per comportarsi da perfetti estranei, tanto che decisero di vivere separati: lei a Modena in Palazzo Ducale e lui addirittura a Varese.
Forse per avere un luogo privato dove rifugiarsi quando tornava nei suoi possedimenti, fece costruire il villino, secondo alcuni un casino di caccia, ma che fungeva invece da luogo del riposo, dell’ozio ed era chiamato infatti ‘Fuggi l’Ozio’… per essere sicuro che nessuno lo disturbasse lo fece erigere su un’isola artificiale chiamata ‘Isola d’Alcina’, raggiungibile solo via barca. Sulla sponda del lago comunque, non ve ne erano mai di altre imbarcazioni, dal momento che l’unica veniva usata dal Duca per andare al villino. Per cui non era possibile, una volta giunti sulla riva, dirigersi verso di essa se non si era attesi dal Duca.
Il villino ha un impianto semplice: pianta quadrata a due piani, rialzata al centro da un terrazzino concluso in alto da una torretta. Intorno corre una balaustra decorata con statue. Rimase degli Este fino al 1782, quando Ercole II figlio di Francesco lo vendette per necessità, dal momento che i genitori avevano prosciugato i risparmi di famiglia: il padre con le feste e le avventure galanti, la madre con il gioco d’azzardo e le serate a Palazzo Ducale. A comprarlo fu Bartolomeo Corbelli che ha dato il nome al complesso e che ebbe molto a curo il luogo, tanto che si preoccupò di chiamare uno dei più importanti pittori del tempo cioè Francesco Scaramuzza per nuove decorazioni alle pareti.
Si sono poi succedute varie proprietà: al tempo della Seconda Guerra Mondiale apparteneva all’armatore genovese Invalidi che nei primi anni l’abitava solo nei mesi di luglio e agosto; per i restanti ad occuparsene era il custode, che a giugno (forse all’insaputa del padrone) vendeva le ciliege che maturavano sull’isola, a patto che fossero colte da chi desiderava comprarle: con una procedura originale: i compratori una volta arrivati al lago dovevano tirare una corda, il ‘campanello’ avvisava il custode che a sua volta veniva con la barca a prenderli. Dopo la guerra si realizzò il terrapieno e non fu più necessario usare le barche per giungere al villino. Nei momenti più difficili del conflitto, molte famiglie pescarono e mangiarono i pesci che vivevano nel lago, una necessità che lasciò il segno: dal 1981 fino allo scorso anno infatti la vasca era utilizzata per la pesca sportiva, mentre in tempi più recenti anche l’edificio ha cambiato d’uso, soprattutto il piano terra che è stato utilizzato prima come un night club chiamato Club21 durante gli anni ’70, sia come ristorante-discoteca nelle stagioni calde.
Non solo nelle stanze interne ma specialmente nel giardino, nel quale poi tra 2002 e 2006 si sono organizzati molti eventi estivi a cura del Comune di Reggio, ma certamente per i reggiani over 35 come me al luogo si associa soprattutto il ricordo di un locale diverso dal solito per cenare e ballare all’aperto. Ovviamente tutte queste attività avvennero con il permesso della proprietà, per la precisione grazie alla signora Rosa Invalidi, ultima erede e custode della Vasca, che si poteva incontrare sia di sera che di giorno poiché non si allontanava mai da lì, se non in occasioni eccezionali. Uan figura che si ricorda anche per la sua foltissima ‘corte’ di gatti: ne aveva almeno una ventina!

Andrea Semeghini - www.remark-re.it

 
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